Visse il Fernandez de Medrano fino all’anno 1723, ed essendo vacata la presidenza della gran corte, vi subentrò Casimiro Drago, che si trovava alla testa del real patrimonio, di cui si favellerà nella serie de’ presidenti di questo tribunale. L’augusto Carlo VI gliene spedì la carta reale da Vienna ai 20 di luglio dello stesso anno, che fu registrata in Palermo ai 26 di gennaio del seguente anno 1724 (2862).
      Successe al Drago Giovan Tommaso Loredano, le di cui peripezie nello ingresso al regno del re Carlo III Borbone accenneremo, quando si parlerà dei presidenti del [XIV] patrimonio. Noi non abbiamo la cedola di sua elezione, ma dall’officina del protonotaro ci costa l’atto del possesso, che segli diede ai 20 di settembre nell’anno 1736 (2863).
      Lunga fu la vita del presidente Loredano, il quale visse decrepito fino al principio dell’anno 1751, ed allora fu mandato da Napoli ad occupare questa magistratura il marchese Carlo Onofrio Buglio, che trovavasi di essere uno dei consiglieri della regia giunta di Sicilia. Gli fu spedita nell’istessa città di Napoli la carta reale ai 13 di aprile di esso anno, ma non fu registrata, che ai 6 del seguente dicembre (2864).
      Alla morte del Buglio successa l’anno 1761 fu appoggiata la vacante presidenza della gran corte al marchese Vincenzo Natoli, che era stato già reggente in Napoli nella giunta di Sicilia, ed allora occupava la presidenza del real patrimonio. Siamo privi della cedola che lo elesse a questa magistratura, ma abbiamo l’atto del possesso, che gli fu dato ai 16 di aprile dietro al chirografo viceregio segnato lo stesso giorno in Palermo (2865).