Fu rapito dalla morte questo ministro nell’anno 1770, ai 20 di ottobre, e fu eletto in sua vece il presidente del patrimonio Giuseppe Asmundo Paternò. Siccome la corte tardava a spedire le cedole, e gli eletti ministri, che curar doveano di sollecitarle, dopo ch’erano entrati in carica, o non le cercavano, o non si davano fretta di farle registrare, perciò noi spesso non troviamo negli archivî le carte reali di questi ultimi tempi, e solo vi si rinvengono i chirografi viceregî, che avvisano il protonotaro del regno della seguita elezione, ed ordinano che si dia il possesso ai candidati. Così Giuseppe Asmundo in forza di un biglietto del marchese Fogliani dei 26 di dicembre dello stesso anno prese ai 29 del medesimo mese il possesso come presidente della gran corte, e fece nelle mani di esso vicerè il solito giuramento (2866).
      Poco campò il presidente Asmundo dopo di essere stato eletto capo della gran corte, avendo terminati i suoi giorni nel 1772. In di lui luogo fu sostituito Stefano Airoldi, che presedea alla regia camera, di cui non abbiamo trovata la cedola, ma evvi nell’officina del protonotaro un biglietto viceregio dato dal suo palagio ai 31 luglio 1772, e l’atto del possesso preso al primo del seguente agosto (2867).
      Discaricato dal re il presidente Airoldi della presidenza suddetta l’anno 1787, fu assunto alla medesima il cavaliere Gio. Battista Asmundo Paternò, che presedea al tribunale della regia coscienza. Di questo accurato ministro abbiamo la cedola spedita da Caserta ai 10 di maggio dello stesso anno, e registrata in Palermo ai 15 del seguente luglio (2868); e inoltre il dispaccio viceregio di S.E. il sig. principe di Caramanico ai tre di aprile, e il possesso preso nel giorno seguente (2869). Di questo cavaliere parleremo ancora nei seguenti indici dei presidenti del concistoro, e dei consiglieri della giunta di Sicilia in Napoli.