Questi fu Modesto Gambacurta cavaliere palermitano, e di origine pisano, che fu dottissimo avvocato, e in grandissima reputazione così appresso i sovrani, che appresso i vicerè, sotto i quali visse. I continovi passaggi da una magistratura all’altra, che fece questo giureconsulto, hanno imbarazzato i nostri scrittori, i quali non hanno perciò saputo dare un distinto ragguaglio cronologico de’ posti ch’egli occupò, mentre campava. L’Auria (2872) tessendo il catalogo de’ presidenti del patrimonio, vuole ch’ei fosse stato una sola volta in questa carica, e ne fissa la elezione a’ 26 di marzo 1593, dandolo per successore a Giovanni Domenico Cavallaro. Questo cronista similmente nella tavola de’ presidenti del concistoro lo mette, come diremo, in terzo luogo, e vuole che sia stato promosso a questa carica solo dopo la morte di Naves de Puebla. Il nostro erudito conte Francesco Emanuele marchese di Villabianca nella sua Sicilia Nobile (2873) segue le tracce dell’Auria così intorno alla presidenza del patrimonio, come intorno a quella del concistoro. Il canonico Antonino Mongitore finalmente, che ne fa l’elogio nella sua Biblioteca Siciliana (2874), ci racconta, ch’egli fu presidente del concistoro, senza additarcene l’anno, e che in capo a poco, cioè l’anno 1563, passò alla presidenza del patrimonio. Soggiunge, fondato sulla iscrizione che rammenteremo, ch’ei fu insieme presidente nell’uno e nell’altro tribunale, e poi facendolo passare nell’anno 1602 in Ispagna col carattere di reggente del supremo consiglio d’Italia, avverte, ch’ei dopo alcuni anni ritornò in Sicilia: Cum eadem dignitate Praesidis Patrimonii Regii.
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