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      Ma ci tolse d’imbarazzo il dispaccio reale del primo di dicembre 1603 sottoscritto in Madrid, con cui se gli dà il permesso di ritornare alla patria. In esso oltre gli onori riferiti, cioè di potere assistere, e dar voto in tutti i consigli, e tribunali, e anche in quello di guerra, e sempre colla precedenza agli altri presidenti, e consiglieri, facendosi di poi menzione de’ posti, che avea occupati in Sicilia, ed in particolare delle presidenze, che sostenute avea, vi si dice: Continuò annos viginti novem inservisti, munus praesidis administrans in eisdem duobus tribunalibus, nunc unum, nunc alterum, BIS SIMUL UTRUMQUE MUNUS PRAESIDIS exercuisti: Monumento, che toglie ogni dubbiezza. Questo chirografo regio rinviensi nell’archivio della famiglia Gambacurta esibitomi dal vivente Pietro Gambacurta mio cugino.
      Sussiste tuttavia di padre in figlio questa famiglia nella capitale per linea de’ secondogeniti, essendo il primogenito di Modesto, cioè Mario Gambacurta marchese della Motta, che fu poi l’anno 1630 pretore della città di Palermo, morto senza figli, per cui il detto feudo della Motta per disposizione testamentaria di Modesto passò al dominio del monte della Pietà (2880): oggi n’è capo il mentovato Pietro.
      Da quanto abbiamo finora ragionato dei diversi passaggi fatti da Modesto Gambacurta, rilevasi, che l’anno 1582 fu per la seconda volta eletto presidente del concistoro. Fu allora promosso in presidente del patrimonio Raimondo Ramondetta, che era reggente in Ispagna. Ci manca la cedola di questa elezione, ma scuopresi la verità di questo fatto così da un dispaccio reale dato in Lisbona a’ 18 di giugno 1592, con cui si assegnano per una sola volta a questo reggente (2881), che dicesi eletto presidente del patrimonio, due mila scudi per particolari suoi servigî fatti alla corona, come dalla cedola a favore di Giandomenico Cavallaro, che or ora rapporteremo.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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