[XVIII] Il nostro marchese di Villabianca (2887) fa precedere al Celestre un certo Giovan Francesco Rao, che fissa come successore del Gambacurta; ma, oltre che non ne adduce veruna prova, e ne’ registri della regia cancellaria, e conservadoria, e nell’officio del protonotaio non rinviensi costui fra’ presidenti del patrimonio, osta alla opinione di questo cavaliere la cedola del Celestre or ora rapportata, in cui si dice questo ministro promosso alla presidenza patrimoniale, perchè il Gambacurta era passato reggente in Ispagna. Il Rao non fu che presidente della gran corte, siccome abbiamo avvertito nel catalogo de’ presidenti di questo tribunale, a qual posto era passato da avvocato fiscale del medesimo magistrato.
Il detto di Celestre ritornò ad esser reggente in Ispagna l’anno 1610, essendo morto Giovanni di Aragona, ch’era stato il successore del Gambacurta nel consiglio supremo d’Italia; e perciò vacò la presidenza del real patrimonio, e fu dal re conferita a Rutilio Scirotta, che trovavasi presidente del concistoro. La cedola reale fu sottoscritta al Pardo a’ 22 di novembre 1610, e registrata in Palermo a’ 25 di febbraio dell’anno seguente 1611 (2888). Era lo Scirotta palermitano nato nobilmente, ed era passato per tutti i gradi del ministero. Fatto presidente del patrimonio soffrì qualche sinistro. Era stato spedito in Sicilia un visitatore regio, il quale esaminando i processi de’ tribunali opinò, che lo Scirotta avesse pronunziato delle sentenze ingiuste, e come tale lo condannò alla multa di quattro mila, e cento scudi, ed in oltre alla perdita dell’uffizio di maestro notaio della regia cancellaria, ch’ei avea comprato per Francesco Scirotta suo figliuolo.
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