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      Quantunque egli si fosse valorosamente difeso alla corte dalle imputazioni dategli dal regio visitatore, ed abbia ottenuto nel 1614, che non fosse molestato nell’uffizio di maestro notaro, nè intorno alla somma, a cui si volea condannare, come costa dal dispaccio reale sottoscritto in Madrid a’ 14 di dicembre dello stesso anno (2889); pur nondimeno disgustato del mondo, richiese, ed ottenne lo stesso anno la sua giubilazione, come or ora si additerà, ed entrò nella compagnia degli aboliti gesuiti, dove visse sino a’ 18 di febbraio 1626 (2890).
      Per la renunzia di Rutilio Scirotta fu eletto Mario Cannizzaro, che occupava allora la carica di presidente della regia coscienza. La carta reale di questa elezione è data da Madrid a’ 20 di gennaro 1615, in essa il re dice, che ve lo promuove, poichè: spectabilis Don Rutilius Scirotta permissu nostro muneribus recesserit (2891). Pochi mesi il Cannizzaro esercitò questa presidenza, perchè avendo il Celestre dimandato, ed ottenuto, il riposo, fu egli a’ 20 di luglio dello stesso anno chiamato in Ispagna ad occupare la vacante reggenza, come si dirà nella serie de’ reggenti siciliani del consiglio d’Italia.
      Nel posto, che abbandonava Mario Cannizzaro, fu incardinato Giovan Battista de Blaschis. Trovasi la cedola reale sottoscritta a Burgi a’ 21 di novembre 1615, ed esecutoriata in Palermo a’ 27 di febbraio dell’anno di appresso 1616 (2892). Di questo presidente del patrimonio abbiamo abbastanza parlato nella serie de’ presidenti della gran corte.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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