Essendo stato il de Blaschis promosso ad essere capo della gran corte, subentrò l’anno 1620 nel posto di presidente del patrimonio Giuseppe Napoli nato in Troina da nobil sangue, il quale trovavasi maestro razionale dello stesso tribunale. Gliene fu spedita la cedola da Madrid a’ 12 di giugno 1620, la quale fu registrata in Palermo a’ 9 del seguente ottobre (2893). Nel che merita di essere corretto il Mongitore, che nella sua Biblioteca siciliana (2894) scrisse, ch’ei fu eletto a’ 17 di giugno 1619. Era il Napoli dottissimo giureconsulto, e fu in tanta riputazione, che il re Cattolico lo chiamò in Ispagna l’anno 1625 per reggente nel supremo consiglio d’Italia, e lo trattenne, per quel che scrisse il Mongitore (2895), presso di se fino alla morte. Se ne darà un conto più esatto, qualora si darà il catalogo de’ reggenti siciliani in Ispagna. L’Auria (2896) lasciò di nominare questo presidente nella sua Cronologia.
[XIX] Dopo la partenza del Napoli per Spagna noi non troviamo altro presidente del patrimonio, che Pietro Corsetti. Ci siamo affaticati indarno per ritrovare negli archivî regî la cedola della sua elezione, e ciò, che più ci ha imbarazzato, è appunto, che dall’anno 1626 in cui il Napoli partì per Spagna, fino all’anno 1628 non rinviensi alcun monumento, da cui trar si possa, quando veramente il Corsetti da presidente del concistoro passò alla presidenza del patrimonio. Solamente dalla carta reale, con cui Lucio Denti fu eletto presidente del concistoro agli 8 di luglio 1628, ricavasi, che il Corsetti era stato già promosso alla presidenza del patrimonio; imperocchè ivi dicesi, che si viene a questa elezione per la promozione del Corsetti alla carica di presidente del patrimonio (2897). Era perciò prima del luglio 1628 già passato il Corsetti ad esser capo del patrimonio.
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