Sarà forse vacata questa presidenza per lo spazio di due anni? Noi lo sospettiamo. La peste, che afflisse in quel tempo la città di Palermo, la distanza del nostro regno dalla Spagna, la lentezza, con cui operava quella corte, l’etichette, per cui doveano aspettarsi le nomine de’ vicerè, ed i frequenti esempî, che noi abbiamo, di essere le cariche vacate per molto tempo, ci danno bastanti motivi da crederlo. La facenda quindi dovè passare così: uditasi la giubilazione del Sicomo, il Corsetti, che trovavasi reggente in Ispagna, chiese, come si dirà, di tornare in Sicilia per occupare la seconda volta la presidenza del concistoro, e l’ottenne l’anno 1625. Venuto questi in Palermo, fu d’uopo che la corte ricercasse dal vicerè la nomina dei soggetti, che potessero riempire il posto di reggente, che vacava. Fatta questa nominazione, si determinò il re a scegliere, fra i candidati proposti Giuseppe Napoli, ch’era presidente del patrimonio. Partito il Napoli nel 1626 per Spagna, dovè il re ordinare al vicerè, che facesse l’altra nomina per la presidenza del patrimonio, ed essendo stato fra’ soggetti proposto il Corsetti, si sarà il re dichiarato a di lui favore.
Calcolando ora il tempo, che dovè passare, perchè il Napoli andasse in Ispagna: perchè il monarca Cattolico ordinasse che si facessero le nomine così per la reggenza, che per la presidenza del patrimonio: perchè queste si spedissero alla corte: perchè le medesime si esaminassero dal sacro consiglio d’Italia; e perchè presentate le consulte di questo tribunale al sovrano, ne fossero poi spedite le cedole a’ candidati; e calcolate ancora le circostanze di que’ tempi, in cui era morto di contagio il vicerè Filiberto Emmanuele di Savoia, e la capitale di Palermo ritrovavasi nella maggiore costernazione per la strage continua, che facea degli abitanti il pestifero male, si vedrà, che lo spazio di due anni fra l’una, e l’altra elezione non fu molto lungo.
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