Il nostro sospetto è verisimile, ma non perciò ce ne rendiamo mallevadori, lasciando che ognuno ne pensi, come più gli piace.
      Fu dunque eletto alla vacante presidenza del patrimonio Alfonso Agras, il quale ritrovavasi reggente del supremo consiglio d’Italia, non già fra reggenti siciliani, ma fra gli spagnuoli; e siccome avea moglie siciliana, così godendo del privilegio di passare per conto di essa come siciliano, chiese, ed ottenne di occupare la vacante presidenza. Era egli prima stato in Sicilia, giacchè troviamo, che l’anno 1644 fu eletto consultore interino del vicerè, durante la lontananza di Diego di Ureda; come costa dalla cedola viceregia data in Palermo a’ 30 aprile dello stesso anno (2910). La carta reale, con cui venne promosso alla presidenza del patrimonio, fu segnata in Madrid a’ 13 di dicembre 1648, ed esecutoriata in Messina a’ 20 di maggio dell’anno seguente 1649 (2911). Da questo ministro ebbe origine in Palermo la famiglia Agras de’ duchi di Castelluccio, nella quale ora conservasi l’uffizio di protonotaio della camera reginale. Morì egli intorno agli anni 1659, e 1660.
      In luogo del defunto Alfonso Agras fu eletto presidente del patrimonio Diego Joppolo. Era questi stato avvocato fiscale, prima del real patrimonio, e di poi della gran corte; era indi passato ad essere maestro razionale del primo di questi tribunali, dal qual posto fu inalzato alla presidenza del medesimo. La carta di sua elezione trovasi sottoscritta in Madrid a’ 28 di agosto 1660, e la sua esecutoria registrata in Palermo a’ 10 di gennaio dell’anno di appresso 1661 (2912). Il marchese di Villabianca (2913) dà per successore ad Agras Giuseppe Dominici; ma oltrechè l’accennata cedola chiaramente dichiara, che per la morte di Agras fu eletto presidente del patrimonio il ridetto Diego Joppolo, egli è certo, che il Dominici assai più tardi giunse, come diremo, a sostenere questa carica, giacchè non cominciò ad occupare le toghe perpetue, che dopo due anni, quanto è a dire l’anno 1662, in cui fu fatto avvocato fiscale della gran corte (2914).