Era l’Alliata palermitano, e alle cognizioni legali unì quella della poesia. Abbiamo alcune sue canzoni siciliane, che furono date due volte alle stampe in Palermo, prima l’anno 1647 per i torchi di Decio Cirillo, e di poi l’anno 1662 per quelli di Giuseppe Bisagno. Occupava, quando fu eletto, la presidenza del concistoro. Essendo la corte del vicerè a Milazzo per la guerra fra’ Francesi, e Spagnuoli nella nota ribellione de’ Messinesi, dovette l’Alliata assistere in quella città il vicerè. Ivi se ne morì a’ 6 di aprile dell’anno 1675, e il di lui cadavere fu trasportato in Palermo, e seppellito a’ 29 di giugno nella chiesa de’ pp. conventuali di s. Francesco (2918). Questo presidente ancora scappò alla cognizione dell’Auria.
Nello stesso anno 1675 fu surrogato all’Alliata nella presidenza vacante Pietro Oliveri, ch’era maestro razionale dello stesso tribunale. La cedola, che dice di esservi stato promosso per la morte dell’Alliata, fu sottoscritta dal re in Madrid a’ 28 di settembre, ed esecutoriata in Milazzo, dove dimorava il vicerè colla sua corte, a’ 23 di novembre dello stesso anno (2919). Come quello del Dominici, e dell’Alliata, così questo dell’Oliveri fu un nome ignoto presso l’Auria (2920). Il Villabianca non omette che il solo Oliveri, sebbene non collochi il Dominici, e l’Alliata nelle loro proprie cellette, giacchè il primo fu successore di Vincenzo Denti, e non di Alfonso Agras, e il secondo successe al Dominici, non al Denti, come dalle cedole da noi citate evidentemente si detegge.
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