Noi lo troviamo destinato commissario generale per tutto il regno a fine di provvedere ai bisogni delle città, e delle terre in tempo di carestia; di poi vicario generale in Messina per riparare al disordine della moneta falsa, che ivi si fabbricava; indi uditore de’ regî eserciti, e giudice, avvocato fiscale, e in ultimo capo della famosa giunta eretta in Messina per la confiscazione de’ beni (2925). Finalmente da presidente del patrimonio passò in Ispagna nel sacro consiglio d’Italia all’anno 1702.
      Per questa promozione fu fatto presidente del patrimonio Vincenzo Ugo, ch’era stato avvocato fiscale della gran corte, e allora trovavasi maestro razionale del patrimonio. La cedola di questa elezione fu sottoscritta in Madrid a’ 14 di febbraio 1703, e nello stesso anno fu registrata in Palermo agli 8 di maggio (2926). Durò egli pochi mesi in questa presidenza, giacchè essendo morto Sebastiano [XXIII] Giusino presidente della gran corte, passò l’Ugo ad occupare quel luogo, come si è detto nel catalogo de’ presidenti del detto tribunale.
      Tornando perciò ad esser vacante la presidenza del real patrimonio, subentrò in essa Giuseppe Fernandez de Medrano, che presedea al concistoro. Era questi un cavaliere palermitano, quantunque originario d’Ispagna, ed era marchese di Monpensieri, la cui famiglia si è estinta a’ giorni nostri. Avea fatti de’ progressi considerabili nella giurisprudenza, nell’arte del dire, e nelle scienze metafisiche e metamatiche, ed avea inoltre coltivate le muse. Dopo di aver fatta mostra dei suoi talenti, e della sua integrità nello esercizio della giustizia, essendo stato parecchie volte giudice in diversi tribunali, fu uditore degli eserciti, presedette alla di sopra mentovata giunta di Messina, ed occupò i posti di avvocato fiscale della gran corte, di maestro razionale, e di presidente del concistoro, dal quale fu inalzato alla presidenza del patrimonio.