Il nostro marchese di Villabianca non mette nel catalogo de’ presidenti del concistoro il ridetto Perlongo.
Alla partenza di costui fu inalzato alla presidenza del patrimonio Francesco Cavallaro, che di fresco trovavasi fatto presidente del concistoro. Ciò ricavasi da un chirografo del segretario di stato Andrea de Molina, scritto da Vienna al vicerè Gioachino Fernandez Portocarrero duca di Palma sotto la data di Vienna de’ 31 di luglio 1723, qual dispaccio fu esecutoriato in Palermo a’ 9 di novembre dell’anno istesso (2930).
Subentrò al Cavallaro nella presidenza del patrimonio Giovanni Tommaso Loredano, che godeva questa carica nel concistoro. Non si è trovata nè la cedola, nè l’atto del possesso di questo ministro. Abbiamo nondimeno due monumenti, che ci assicurano ch’egli fu in questa carica fra gli anni 1727, e 1728. L’uno è un privilegio di dodici figliuoli a favore di Placido Marchese de’ 27 di agosto 1727, nel quale ritrovasi sottoscritto il Loredano come presidente del real patrimonio (2931), e l’altro è l’esecutoria della cedola reale di elezione del vicerè Cristofaro Fernandez de Cordova conte di Sastago fatta a’ 3 di agosto 1728 (2932), in cui si sottoscrive il Loredano come presidente del patrimonio. Dunque nello spazio, che corse da’ 27 di agosto 1727 a’ 3 di agosto 1728 morì il Cavallaro, e fu eletto presidente del patrimonio Tommaso Loredano.
Si mantenne questi in detta carica fino all’anno 1734, quando impossessatosi il re Carlo III del regno di Sicilia, lo depose, ed elesse Tommaso Bonifazio, e a gran stento il Loredano ottenne la presidenza del [XXIV] concistoro.
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