Inalzato a presedere al real patrimonio lo Scirotta, riempì il di lui luogo nel concistoro Mario Cannizzaro. La carta reale data a Ventosilla è de’ 26 di ottobre 1611, e trovasi registrata in Palermo a’ 4 di febbraio dell’anno 1613 (2962). Del Cannizzaro si è fatta menzione fra’ presidenti del patrimonio, e se ne farà nel catalogo de’ reggenti del sacro consiglio d’Italia. A noi fa meraviglia, come questo presidente del concistoro sia scappato alla notizia dell’Auria (2963), e parimente del marchese di Villabianca (2964).
Elevato per la renunzia dello Scirotta il [XXVIII] ridetto di Cannizzaro alla presidenza del patrimonio, ottenne quella del concistoro Pietro Corsetto. Il real dispaccio, che gli fu spedito, fu sottoscritto dal re Cattolico a Burgi nel dì 21 di novembre 1615, ma non fu eseguito in Palermo, che a’ 29 di febbraro dell’anno seguente 1616 (2965). Anche di questo giureconsulto si è detto sufficientemente nella serie de’ presidenti del patrimonio, e se ne dirà ancora in quella de’ reggenti d’Italia.
Chiamato il Corsetto alla reggenza di Spagna, vacò conseguentemente la presidenza del concistoro, e vi fu incardinato Vito Sicomo. Il real chirografo di sua elezione fu spedito dal monistero di s. Lorenzo allo Escuriale a’ 3 di ottobre 1620, e fu esecutoriato in Palermo agli 8 di gennaio 1621 (2966). Era il Sicomo nato nell’antica città di Calatafimi, ed applicatosi alla giurisprudenza vi fe dei progressi non ordinarî, in guisa che fu uno de’ più insigni avvocati del foro.
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