Fu l’Amico riputato uomo dottissimo, e fu scelto con Rocco Potenzano, e con Cataldo Fimia per fare la compilazione delle prammatiche, come si è altrove detto. Ma fu sopra tutto lodato per la sua integrità nell’amministrare la giustizia; laonde era per antonomasia chiamato il giudice giusto. Morì in Palermo a’ 29 di novembre 1645, e il di lui cadavere fu trasportato in Catania sua patria, e seppellito nella chiesa de’ Carmelitani con un nobile mausoleo di marmo, ed una iscrizione, che ci ha conservato il Mongitore (2978), da cui apprendiamo, che col fiero terremoto dell’anno 1693 restò sotto le rovine.
Alla morte di Pietro d’Amico venne da Spagna ad occupare di nuovo la presidenza del concistoro il reggente Rocco Potenzano. Non abbiamo in verità la cedola di questa elezione, ma la ricaviamo da un’altra carta reale sottoscritta in Madrid a’ 22 di dicembre 1646, in cui Antonio Scirotta vien creato reggente in Ispagna, e dicesi, che è eletto a questo posto per la promozione alla presidenza del concistoro di Rocco Potenzano (2979). Ecco adunque il Potenzano per la seconda volta presidente del concistoro, il che non fu avvertito nè dall’Auria, nè dal marchese di Villabianca. Il Mongitore (2980) ci racconta, ch’ei tornò presidente, ma non ci addita il tribunale, a cui fu eletto.
Presto passò il Potenzano alla presidenza del patrimonio, cioè a’ 27 di marzo 1647, come si è detto nel catalogo de’ presidenti di questo tribunale, e fu in di lui luogo eletto Mario Cariddi, che se ne morì prima di poter prenderne il possesso.
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