Fu allora eletto alla presidenza del concistoro Niccolò Mira, ch’era avvocato fiscale della gran corte. La cedola gli fu spedita da Napoli a’ 2 di agosto dello stesso anno, e fu esecutoriata in Palermo a’ 28 del seguente settembre (3009), e non prese possesso che a’ 2 di ottobre (3010). Morto il Mira nell’anno 1751, fu provveduta la presidenza del concistoro in persona di Giuseppe Asmundo Paternò avvocato ancora egli fiscale della gran corte. Trovavasi allora in Messina il vicerè duca di Laviafuille, il quale avvisato da Napoli di questa elezione, con sua lettera de’ 9 di agosto 1751 ordinò al protonotaio, che gli dasse il possesso, ch’egli prese, durante il triduo, a’ 18 dello stesso mese, ed anno (3011).
Destinato Giuseppe Asmundo a presedere l’anno 1761 al regio patrimonio, gli fu sostituito nella presidenza del concistoro Stefano Airoldi, ch’era uno de’ maestri razionali togati dello stesso tribunale. Il diploma reale fu sottoscritto dal re nostro signore Ferdinando III a Portici a’ 16 di ottobre del medesimo anno, ed esecutoriato in Palermo al 1 di dicembre (3012). Avea però egli preso possesso assai prima di questa carica, cioè a’ 16 di settembre in forza della lettera di avviso spedita al vicerè marchese Fogliani, il quale in detto giorno ricevette dal medesimo il solito giuramento (3013). Mantenne questo posto per lo spazio di 9 anni, e poi passò alla presidenza del patrimonio l’anno 1770.
Allora occupò il di lui luogo nel concistoro Giuseppe Leone, ch’era avvocato fiscale del patrimonio.
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