Nell’anno suddetto 1602 fu chiamato per reggente in Ispagna Modesto Gambacurta, che trovavasi presidente del patrimonio, come l’abbiamo rammentato nel catalogo dei presidenti di questo tribunale. Siamo privi della cedola della sua elezione; ma ci resta un dispaccio dato in Vallidolid a’ 9 di gennaio 1603, in cui dicesi, che il Gambacurta prese possesso di reggente a’ 16 di settembre 1602 (3025). L’Auria (3026) prese sbaglio nel dare questo dispaccio, in cui se gli assegna il salario, credendolo la cedola di elezione, che noi ricerchiamo.
Non si trattenne il Gambacurta nel consiglio d’Italia più d’un’anno; imperocchè nel dicembre dell’anno 1603 ottenne grazia di restituirsi alla patria con un onorifico dispaccio del primo del detto mese, che si è altrove riferito. Si tardò qualche tempo fino alla nuova elezione del reggente; giacchè non veggiamo chiamato a questo posto Giovanni d’Alagona, se non nell’anno 1605. La cedola fatta in Madrid a favore di costui è del 1 di ottobre di detto anno, e fu eseguita in Palermo a’ 3 di gennaio del 1606. Ritrovasi nella regia cancelleria (3027), ma vi manca il numero del foglio, essendo di quei volumi, che caddero in mare, nè più vi si distinguono i numeri delle pagine. Di questo ministro nulla sappiamo di particolare, fuori che morì in Ispagna nell’anno 1609, come lo avverte nella sua Storia Siciliana Giuseppe Bonfiglio (3028).
Alla morte dell’Alagona fu richiamato in Ispagna ad occupare nuovamente la reggenza nel supremo consiglio d’Italia il mentovato Giovan Battista Celestre.
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