La lettera reale, che lo richiama, fu sottoscritta al Pardo a’ 27 di novembre 1609; e poi registrata in Palermo a’ 17 di febbraro dell’anno 1610 (3029). Questi finalmente dopo di aver servito il sovrano per altri cinque anni, ottenne la sua giubilazione.
      Fu dunque eletto l’anno 1615 il nuovo reggente, e la scelta cadde in Mario Cannizzaro, che trovavasi da poco fatto presidente del real patrimonio, di cui si è fatta menzione ne’ cataloghi de’ presidenti di questo tribunale, e di quello del concistoro. Gliene fu mandata la cedola da Vallidolid a’ 20 di luglio, che fu eseguita in Messina a’ 24 di settembre dell’anno istesso (3030).
      Dimorò il Cannizzaro in Ispagna fino all’anno 1618, in cui ottenne la permissione di ritornarsene in Sicilia; e allora fu promosso alla reggenza Pietro di Alagona per [XXXV] carta data a s. Lorenzo dello Escuriale ai 15 di settembre di detto anno, e registrata in Palermo a 31 di gennaio dell’anno di appresso 1619 (3031). Questo ministro ebbe la stessa sventura di Giovanni della medesima famiglia, essendo morto alla corte di Madrid nell’anno 1620.
      Fu d’uopo perciò di rimpiazzare la carica di reggente, e vi fu eletto Pietro Corsetto, ch’era allora presidente del concistoro. Vuolsi (3032), che fu la cedola sottoscritta in Madrid a’ 3 di ottobre, e registrata in Palermo a’ 14 di dicembre; ma noi non l’abbiamo punto trovata nel registro della regia cancellaria degli anni 1620 e 1621, III indizione. Si fermò il Corsetto, di cui si è parlato dinanzi, e si parlerà in appresso, nella reggenza di Spagna fino all’anno 1625 quando vacata, come si è detto nel catalogo antecedente, la presidenza del concistoro per la renunzia di Vito Sicomo, tornò ad occuparla, e si recò a Palermo.