Il primo è un dispaccio patrimoniale fatto a favore di Francesco M. Cavallaro, cui si assegna il salario, come presidente del real patrimonio, nel quale dicesi che questo ministro era stato eletto alla detta presidenza, perchè il Perlongo passava in Vienna ad occupare la carica di reggente del consiglio d’Italia (3055). L’altro è un dispaccio imperiale dato in Vienna a’ 20 di agosto 1724, con cui fu accordato al Perlongo un aiuto di costa di tre mila scudi, per portarsi alla corte imperiale (3056). Dimorò egli sempre in Vienna presso S. C. M. nè mai più ritornò in Sicilia, essendovisi anche trattenuto, dopo che passò questo regno nelle mani del re Carlo III Borbone infante di Spagna.
CATALOGO VI.
DE’ CONSIGLIERI DELLA SUPREMA GIUNTA DI SICILIA ERETTA IN NAPOLIDAL RE CARLO III. BORBONE.
Questo monarca, che divenne sovrano delle due Sicilie l’anno 1734, dopo di essersi coronato in Palermo, nel ritorno che fe a Napoli, pensò di ergervi nell’anno 1735 un tribunale, che fosse surrogato all’antico consiglio d’Italia, cui diede allora il nome di giunta della consulta per gli affari del regno di Sicilia, e de’ ducati di Parma, e di Piacenza; che poi per essere passate Parma, e Piacenza nelle mani dell’infante Filippo suo fratello, fu semplicemente chiamata, come tuttavia si nomina, giunta di Sicilia. Volle inoltre che presedesse a questo magistrato uno dei nostri baroni parlamentarî siciliani nato, ed abitante nel nostro regno, cui conferì il grado di consigliere di stato (3057). Oltre questo capo assegnò in detta giunta due giureperiti col titolo di consiglieri provinciali, i quali stessero invece de’ reggenti siciliani, ch’erano in Ispagna, ed in Vienna nel supremo consiglio d’Italia.
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