Vacata la presidenza del real patrimonio nel 1758 per la morte di Giuseppe Catena, il Natoli amando di ritornare in Palermo, chiese al re di essere eletto capo di questo magistrato, e l’ottenne, come si è detto nel catalogo de’ presidenti patrimoniali. Fu allora promosso alla reggenza Domenico Cardillo messinese, che era avvocato fiscale della gran corte, e gliene fu spedito il dispaccio reale dalla segretaria di stato, di guerra, marina, ed azienda sotto i 26 di agosto dell’anno istesso (3060).
In morte poi del duca Domenico Landolina, che accadde nel 1765, fu trascelto come consultore della giunta di Sicilia Domenico Pensabene messinese ancor esso, che occupava la carica di avvocato fiscale del real patrimonio, ed avea anche avuto il titolo di presidente onorario. La carta di sua elezione, o sia il biglietto di avviso, fu dato in Napoli agli 8 di febbraro 1766, e fu registrato in Palermo a’ 28 dello stesso mese (3061).
Morì il Cardillo in Napoli nell’anno 1773, e fu chiamato nella giunta di Sicilia un altro giureconsulto messinese, cioè Francesco Gemelli, ch’era ministro in quella città. N’ebbe egli l’avviso dalla segretaria di giustizia, e grazia sottoscritto a’ 26 di giugno dell’anno istesso, come si fa palese dal libro degli assenti nella regia conservadoria dell’azienda (3062).
L’aria della città di Napoli non punto conducea alla salute del Gemelli, il quale desiderando ardentemente di ritornare alla patria, pregò il re N.S. affinchè gli permettesse di renunziare, e ne conseguì la grazia.
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