Allora dovendosi creare il nuovo consigliere della giunta di Sicilia, cadde la scelta nella persona del marchese Giacomo Mariano Bajada maestro razionale del regio patrimonio, che n’ebbe la notizia dalla solita segretaria di grazia, e giustizia con lettera de’ 17 di settembre 1774 (3063).
Anche il marchese Baiada trovavasi malconcio in salute, quando andò in Napoli, e perciò alla prima occasione, che se gli presentò, di rendersi a Palermo, volentieri l’accettò. Vacata dunque la presidenza del concistoro nell’anno 1776 per la morte di Antonino Denti, ei la richiese al re, che benignamente gliel’accordò, come si è detto nella serie de’ presidenti della regia coscienza. Subentrò allora nel posto del Baiada il cavaliere Giovan Battista Asmundo Paternò avvocato fiscale della gran corte. Il dispaccio della segretaria di grazia, e giustizia fu segnato a’ 24 di agosto 1776 (3064).
Ritornò il cavaliere Asmundo in Palermo nell’anno 1780, e venne ad occupare il posto del suo antecessore Baiada, che per la di lui morte era vacato nel tribunale del concistoro. Andò allora in Napoli, come consigliere della giunta, il marchese Filadelfio Artale, che sostenea l’avvocazia fiscale della gran corte (3065).
Brevi furono i giorni di questo giureperito, che mancò di vita nell’anno 1782, e la corte vi chiamò come consigliere provinciale nella giunta di Sicilia Antonino Ardizzone giureperito messinese, ch’era successo all’Artale nell’avvocazia fiscale della gran corte. N’ebbe egli il viglietto della segretaria di grazia, e giustizia sotto i 27 di ottobre 1782, che fu registrato nella regia conservadoria dell’azienda (3066).
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