Questo magnate però era assai vecchio, e di una cagionevolissima salute; di modochè non fu mai in istato di far mossa per Napoli, e soggiacque al comun fato in Palermo al primo di febbraro dell’anno 1736. Vacando perciò la presidenza della giunta di Sicilia, i deputati del regno, facendo uso della grazia accordata loro dal re, [XLI] proposero al vicerè tre personaggi degni di occupare quella carica. Arrivata la nominazione fatta da’ medesimi, S.M. si determinò per il primo de’ proposti candidati, cioè per Giovanni Ventimiglia marchese di Geraci. Il duca della Conquista presidente di questo regno, avendone avuto l’avviso dalla real corte di Napoli, lo comunicò alla ridetta deputazione con un suo viglietto dei 15 di febbraro 1737 (3070).
Visse in Napoli il marchese di Geraci fino all’anno 1748, in cui terminò i suoi giorni, e in detto anno alla presentazione de’ tre soggetti fatta dalla deputazione del regno, fu da Carlo III prescelto Baldassare Naselli principe di Aragona maggiordomo maggiore di esso sovrano, come si fa chiaro dal dispaccio reale de’ 19 di ottobre di detto anno comunicato alla deputazione del regno a’ 28 dello stesso mese (3071). Questo cavaliere soffrendo un cancro nella lingua, dopo di avere sperimentati inutili i soccorsi somministratigli da’ medici di Napoli, si determinò a tentare se potesse guarirsi in Montpellier, e vi si portò; ma vi giunse tardi, ed ivi se ne morì l’anno 1753.
Vacò quindi la presidenza della giunta di Sicilia, e a nomina della deputazione del regno, fu dal re eletto a questa carica Pietro Beccadelli Bologna principe di Campo Reale, che da poco tempo era ritornato da Vienna, dove era stato spedito per ambasciadore straordinario.
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