Il viglietto fu segnato dal re in Napoli a’ 25 di marzo 1783 (3074).
Anche questo illustre, e prode comandante fu assalito da un colpo di apoplessia, la quale sebbene non lo avesse ucciso, lo rese nientedimeno come rimbambito, e perciò incapace di più esercitare la presidenza affidatagli. Laonde il re, per non lasciare priva di capo la giunta di Sicilia, destinò interinamente a presedervi Antonino la Grua Talamanca, e Branciforte marchese allora di Regalmici, ed ora principe di Carini, cavaliere abbastanza noto nella patria per le varie sue imprese, e principalmente per la bella villa pubblica Giulia alla marina, e per il superbo stradone, che conduce al Molo di Palermo: opere tutte dal medesimo ideate, ed eseguite con ammirabile prontezza. Ha questi continuato nella carica interina fino a’ primi di febbraio del corrente anno 1790, in cui cessò di vivere il principe di Aci. Giunto l’ordine alla deputazione del regno, acciocchè presentasse i tre soggetti, che avesse creduti opportuni per occupare la vacante presidenza, questa tosto ubbidì, e nominò in primo luogo il ridetto principe di Carini, che fu perciò dichiarato proprietario dal sovrano con viglietto de’ 6 del passato marzo, che fu dal vicerè principe di Caramanico comunicato alla deputazione a’ 15 dell’istesso mese (3075).
FINE DEI CATALOGHI.
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INDICE GENERALE DELLE COSE CONTENUTE IN QUESTO VOLUME
A
Abatellis, o Patellis Federico, ambasciatore del parlamento dell’anno 1456 al re Alfonso il Magnanimo, pag. 81. – Francesco conte di Cammarata, capitan generale dell’armata per la difesa delle isole convicine, 122. Obbliga le fuste turche ad abbandonare i mari di Sicilia, rovina le coste di Barberia, e torna glorioso in Palermo, ivi.
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