Annulla quanto si era fatto dai Savoiardi, 496. Prende il castello di Palermo, ivi. Destina tre vicarî generali per le tre valli, affine di ridurre i popoli alla ubbidienza verso la corona di Spagna, ivi. Sequestra le rendite del cardinal del Giudice arcivescovo di Morreale, ivi. Abolisce la giunta de’ ministri eletti dal re Vittorio Amedeo II, per le vertenze colla s. sede, e ne stabilisce un’altra con minore autorità, ivi. Richiama Mr. Giuseppe Gasch arcivescovo di Palermo, 497. Per le premure fattegli da questo prelato accorda il ritorno agli altri ecclesiastici esiliati, ivi. Parte coll’armata per Messina, che si rende al suo arrivo, 498. Riceve un rinforzo dalla Sardegna, ivi. Vieta ogni commercio co’ Napolitani e co’ Milanesi, ivi. Fa partire la flotta spagnuola per cercare la inglese, 499. S’insignorisce di Taormina, e poi delle fortezze regie di Messina, ivi. Sua condotta nella tumultuazione di questa città, 500. Sua condiscendenza verso i Messinesi, ivi. Fa restituire i beni confiscati agli esuli, che richiama, ed ordina la osservanza dello interdetto, 501. Prescrive a’ ministri scomunicati, che si facciano assolvere, ivi. Assedia Milazzo, ed è vicino ad impossessarsene, 502. Chiede truppe da Palermo per rinforzare l’armata, ma poi ne revoca l’ordine, 503. Elogio della di lui virtù militare, 504. Assalto sostenuto in Francavilla dagli Alemanni, in cui perì il suo fratello, ivi. Spedisce delle soldatesche verso Taormina, le quali molestate dagl’Inglesi non possono eseguire i lavori loro ordinati, ivi.
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