Stabilisce una giunta particolare per i contrabandi, ivi. Abolisce i consolati di mare, e ne eccettua i soli di Palermo, e di Messina, 572. Restringe la eccessiva autorità, che si era usurpata il supremo tribunale del commercio, e toglie la carica di gran prefetto del medesimo, ivi. Fa celebrare nella cattedrale di Palermo solennissime esequie a Filippo V suo genitore, e re di Spagna, ivi. Vieta rigorosamente la estrazione dell’oro, e dell’argento, così in vasi che in monete dal regno di Sicilia, ivi. Ottenuto da Dio il tanto desiderato maschio, ordina sontuose feste nella capitale, e nelle altre città del regno, e promuove a gradi, e ad onori moltissimi Siciliani, 574. Discaccia dalle due Sicilie gli Ebrei, 575, n. 1. Accorda il contrastato permesso al vicerè Eustachio duca di Laviefuille di portarsi a Messina, 580. Condanna sotto gravi pene la setta de’ liberi Muratori, 581, e n. 1. Accorda una pensione di cinque mila scudi annui per fabbricarsi il nuovo albergo de’ poveri nella città di Palermo, 582. Nega alla compagnia mercantile eretta in Messina alcune grazie, che apportar poteano danno, e pregiudizio alle altre città, 583, e seg. Suoi rigorosi ordini contro la isola di Malta, e la religione de’ cavalieri gerosolimitani, 585, e seg. Forma cinque altri reggimenti di truppe siciliane, cioè due di cavalleria, e tre di fanteria, 587. Modera il soverchio rigore usato contro la isola di Malta, 588. Ciò per compiacere il sommo pontefice Benedetto XIV, ivi. Perciò ordina, che si togliesse il sequestro alle pingui commende di quei cavalieri, e si restituisca il commercio interrotto, 589. Essendo morto Ferdinando VI re delle Spagne suo fratello, senza lasciare figli, succede in quella vasta monarchia, ed è acclamato re a Madrid, 597. Accoglie cortesemente gli ambasciadori spediti dal senato di Palermo, e dalla deputazione del regno di Sicilia, ivi.