Cerda Giovanni, duca di Medinaceli vicerè, 199. Appena arrivato in Palermo convoca un parlamento straordinario, ivi. Ottiene per sè un dono di dieci mila scudi dagli ordini dello stato, 200. Tiene l’anno 1558 il parlamento ordinario, ivi. Va in cerca dell’armata turca, e lascia per presidente interino del regno Mr. Niccolò Maria Caraccioli, vescovo di Catania, 201. Si restituisce a Messina, ivi. Ottiene dal re Cattolico la carica di capitano generale per la impresa di Tripoli, ivi. Parte per Malta, e lascia Ferdinando de Silva marchese della Favara per presidente interino del regno, 202. Stante la rigida stagione è consigliato dal gran maestro, e da’ suoi capitani a differire questa impresa a miglior tempo, ma si ostina a insignorirsi almeno della isola delle Gerbe, ivi. Ne fa lo acquisto, ivi. Comparendo l’armata turca comandata da Mustafà Cara, corre gran pericolo di restarvi prigione, s’imbarca sollecitamente, e per la singolare abilità dello ammiraglio Andrea Doria si salva, e ritorna a Malta, 204. Si restituisce a Messina, e vi riceve la conferma del viceregnato, ivi. Convoca l’anno 1560 un parlamento straordinario, in cui gli vien fatto da’ parlamentarî un donativo di venti mila scudi, per ricattare Gastone suo figliuolo, ch’era rimasto schiavo de’ Musulmani, ivi. Si porta sollecitamente in Palermo per una tumultuazione accaduta ai 23 di settembre di detto anno 1560, ma ritrova sopita la sollevazione, 206. Gastiga i delinquenti, e sequestra i loro beni, ivi. Convoca l’anno 1561 l’ordinario generale parlamento, 207. Perseguita i ladri, ivi.