Sua morte, ivi.
      Cipro regno, come acquistato, e come perduto da’ Veneziani? 224, n. 1. Essendo ai medesimi restata nel detto regno la città di Famagosta, questa per le etichette nate fra i comandanti non fu soccorsa in tempo, e cadde ancora in potere de’ Turchi, 227, n. 3, e seg.
      Cirino Marzio, giureconsulto napolitano, viene spedito a Palermo per esaminare insieme col vicerè la condotta del conte di Quiros segretario per sua maestà in Sicilia, 530. Verisimilmente lo condannò, ivi.
      Città del regno, collo esempio della sollevazione de’ Palermitani, eccitata da Giovan Luca Squarcialupo, si muovono a tumulto, 159. Fanno lo stesso alcune di esse dopo la sollevazione dell’anno 1773, e ne sono dal governo gastigati i colpevoli, 640.
      Clemente VII si collega con Francesco I re di Francia contro dello imperador Carlo V d’Austria, 167. Come se n’ebbe poi a pentire? ivi, n. 5. Si coopera alla concessione delle isole di Malta, e del Gozzo, e della città di Tripoli fatta da Carlo V a’ cavalieri gerosolimitani, 169. E la conferma con sua bolla, ivi. Va a Bologna a conferire col ridetto imperadore, 171.
      Clemente VIII papa, promuove la pace tra il re di Spagna, e quello di Francia per mezzo di fra Bonaventura Secusio siciliano, 265, n. 1.
      Clemente XI si trova imbarazzato nella presentazione fattagli del nuovo arcivescovo di Morreale da Filippo V non avendolo ancora riconosciuto per re di Sicilia, 451. Ma finalmente si determina ad accordargli le bolle, ivi. Spedisce in Palermo un breve, in cui permette, che per la scarsezza de’ tonni si possa benedire il mare, 453, n. 2. Promulga un’altra bolla, con cui dichiara scomunicato il delegato del giudice della monarchia residente in Lipari, 472. Scrive a Mr. Giuseppe Gasch arcivescovo di Palermo, incolpandolo di non avere ancora promulgata la lettera della congregazione d’immunità per questo affare, ivi.