Celebra nell’anno 1698 in Palermo il generale parlamento, 437. Parte per Messina, ivi. È confermato nel viceregnato, per cui si celebrano sontuose feste in Palermo, ivi. Promulga un bando per il commercio della nuova moneta di rame, ivi. Nuove feste fattesi in Palermo, quando prese il nuovo possesso del viceregnato per la conferma ricevutane dal re, 438. Mette la prima pietra per la fabbrica del palazzo della zecca, ivi. Per le notizie ricevute, che il re Carlo II, ch’era caduto in deliquio, si era già rimesso in salute, fa celebrare delle feste, 439. Partecipa la morte del mentovato re Cattolico, ivi. Pubblica il testamento di questo monarca a favore di Filippo V duca di Angiò, e celebra la di lui esaltazione con nuove feste, ivi. Ordina di poi solenni esequie al morto sovrano, ivi. Celebra lo arrivo del re Filippo V a Madrid, 443. Cambia di costumi dopo la esaltazione di questo monarca, e viene in odio de’ Siciliani, ivi. I quali fanno de’ ricorsi alla corte di Spagna, e lo dipingono come una persona attaccata alla casa di Austria, 444. È perciò rimosso, e parte disgustato, ivi. Suoi dispiaceri provati in Ispagna, e sua morte, ivi, n. 1, e 2.
Colonna Marco Antonio vicerè, 237. Si occupa attentamente nel principio del suo governo a sradicare le reliquie della peste in Palermo, nello che usa uno estremo rigore, ivi, e n. 5. E poi fa lo stesso in Messina, dove si porta, ivi. Ritornato in Palermo ripara gli abusi de’ ministri nell’amministrazione della giustizia, ivi. Per sottrarsi dallo accordare la grazia in un gravissimo delitto, si ritira nel monastero di s. Martino, dove si ferma, finchè sia eseguita la giustizia, ivi, e seg.
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