Tiene il generale ordinario parlamento nell’anno 1579, 238. Dove rifiuta un donativo di venticinque mila scudi offertogli dagli ordini dello stato, 239. Fa fabbricare uno edifizio per servire di dogana, e prolunga la strada del Cassero fino a mare, ivi. Adorna di cappelle la cattedrale di Palermo, ivi. Fa fare in Messina la nobile strada Colonna, ivi. Spedisce Pompeo suo fratello, lo strategoto di Messina, e il presidente della gran corte a Malta, per sedare la tumultuazione di quei cavalieri contro il proprio loro gran maestro, 241. Va egli stesso nella mentovata isola di Malta, per osservarne le fortificazioni, 243. Convoca l’anno 1582 il parlamento generale ordinario in Palermo, in cui gli viene nuovamente fatto un donativo di trenta mila [LXI] scudi, ch’egli gradì, ma generosamente non volle accettare, ivi. Ordina una nuova enumerazione delle anime, ivi. Si reca nuovamente a Malta, e ritornato in Sicilia spedisce delle truppe in quella isola, ivi. Fa innalzare la porta Nuova con quella magnificenza, in cui oggi si trova, 244. Nobilita le strade fuori la città di Palermo, ivi. Tiene la capitale in continue feste, 245. Suoi difetti, ivi. Attacco, ch’ebbe cogl’inquisitori per conto di un suo familiare, ivi, n. 1. Suoi amori, ivi. È salvato dalla indignazione della corte da un visitatore spedito in Palermo dal re Cattolico, ivi. Si fa de’ formidabili nemici in Ispagna, i quali eccitano nello animo del re de’ sospetti, e gli fanno capire, ch’egli fosse intimo amico del corsaro Ulucchiali, 246. È perciò chiamato in Ispagna, ivi.
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