Promulga con una prammatica la bolla di Concordia di Benedetto XIII intorno alla monarchia di Sicilia, ivi. Vuole introdurre in Palermo, all’uso di Germania le feste di ballo, che non sono punto per allora applaudite, ivi. Si applica a difendere la Sicilia, 528, e segu. Fortifica la città di Palermo, ivi, e le altre piazze marittime del regno, ivi. Mette intollerabili imposizioni ai Siciliani per la temuta guerra, e intima il servizio militare ai baroni, 529. Gira per tutte le città marittime, per osservare, se le fortificazioni stiano a dovere, ivi. Torna ad intimare il servigio militare, 530. Riceve dallo imperadore Carlo VI la conferma nel viceregnato, ivi. Gastiga il conte Quiros suo segretario, e lo confina nella cittadella di Messina, ivi. Celebra l’anno 1732 il generale ordinario parlamento, ivi. Dopo la presa della città di Milano fa nuove fortificazioni alla capitale, intima per la terza volta il servigio militare a’ baroni, 532, ed accorda, che i medesimi somministrino denari invece di uomini, ivi. Convoca nell’anno 1734 un parlamento straordinario, ivi. Manda dei soccorsi di truppe a Napoli, 533. Trova delle gravissime difficoltà nel ridetto parlamento, ivi. Stante le angustie, nelle quali si ritrovava il Regno, ricusa generosamente il dono solito offerirsi dagli Ordini dello stato, 534. Destina delle soldatesche per la difesa delle fortezze di Siracusa, cerca dalla deputazione delle nuove gabelle quella franchigia, che si paga agli ecclesiastici, chiamasi Scasciato, e trovando delle difficoltà, perchè non vi era il consenso pontificio, scrive in Roma al cardinal Cienfuegos, ministro dello imperadore, per ottenerlo dal papa, ivi.
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