Si reca in Palermo per prendere a bordo il vicerè, e va poi a Trapani, dov’era la numerosa flotta, con cui parte per l’Affrica, ivi. Dissuade inutilmente lo imperadore Carlo V. dalla pericolosa impresa di Algieri, 183. Vien destinato contro le città dell’Affrica, 192. Soffre di mal’animo, che il vicerè de Vega voglia andare a questa impresa, 193. Accomoda le controversie nate fra il ridetto vicerè de Vega e Garzia di Toledo, figliuolo del vicerè di Napoli intorno al comando in questa spedizione, ivi. Avea prima acquistate le città di Calibia, e di Monistero nell’Affrica, 192. Dopo questa infelice spedizione ritorna a Genova sua patria, 194. Quantunque fosse già decrepito, entra in mare l’anno 1554, e con sessanta galee viene a Palermo, e dopo di avere conferito col vicerè, parte per andare in traccia di Dragutte, ma non avendolo ritrovato, se ne ritorna a Genova, 195, e seg.
Doria Giannettino, viene con trenta galee a Messina per custodirla contro di Barbarossa, 186.
Doria Gianandrea, si esibisce di passare attraverso della flotta turca, che assaliva la isola di Malta, e di trasportarvi le soldatesche, 215. Viene a Messina con una numerosa flotta di galee, e poi passa a Candia isola posseduta da’ Veneziani, per unirsi ai medesimi, 224, n. 2. Viene di nuovo con settantacinque galee in Messina per timore, che si ha de’ Turchi, 262. Allontanato il pericolo si restituisce a Genova, ivi.
Doria Carlo, vien spedito con trentacinque galee in levante, per sapere lo stato, in cui si trovava la flotta ottomana, 262. Essendo ancor giovane, il padre vi accompagna i più bravi capitani dell’armata, col consiglio de’ quali fa molte prodezze, ivi, n. 4.
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