Doria Giannettino cardinale, arcivescovo di Palermo, è eletto luogotenente del regno, 282. Vieta sotto rigorose pene per tutta la Sicilia, che si possano portare armi proibite, 283. Proscrive di ordine sovrano con una prammatica il tomo undecimo degli annali di Cesare Baronio, ivi. Vuol fare un interino strategoto in Messina per la morte di colui, che avea questa carica, ivi. Ma trova una gagliarda opposizione per parte del senato di quella città; istizzito per questa contraddizione, ordina, che i senatori vadano carcerati nel castello di Milazzo, e chiama il giudice, che avea sentenziato contro la elezione da lui fatta, a presentarsi a Palermo, dove lo confina nelle carceri della vicaria, ivi. La corte di Madrid, cui ricorsero i Messinesi, disapprova la condotta di questo prelato, ivi. Viene eletto nuovamente luogotenente del regno, 292. Perchè il dispaccio fatto in suo favore ha una data anteriore [LXVII] di tre anni? ivi, n. 1. Si celebra la cura pastorale, con cui lasciando Termini, dove stava a’ bagni, torna l’anno 1624 a Palermo ad assistere questi cittadini nella infelice occasione della peste, da cui erano stati attaccati, 301, n. 1. Ricusa di prendere il governo del regno alla morte del principe Filiberto di Savoia, vicerè di Sicilia, ma poi è costretto ad accettarlo, 302, e seg. Sua attenzione, e diligenze per iscuoprire se le ossa ritrovate al Monte Pellegrino fossero veramente di s. Rosalia? 303. Sue sollecitudini nel tempo della peste, anche intorno al governo politico, di cui fu incaricato, 304. Corre rischio della vita, ivi.
| |
Giannettino Palermo Sicilia Cesare Baronio Messina Milazzo Palermo Madrid Messinesi Termini Palermo Filiberto Savoia Sicilia Monte Pellegrino
|