Epidemia nata in Palermo nella carestia soffertasi all’anno 1763, 603. Ripari dati per ovviarla, 604. Ma inutilmente, ivi, n. 1.
Errante Giuseppe, console de’ correggiari, uno de’ principali congiurati con Giuseppe di Alesi, 336. È chiamato dal vicerè marchese de los Veles, il quale lo avverte, affinchè quieti il popolo, 337. Scendendo dal regio palagio, invece di tranquillare la plebe, la sollecita alla sollevazione, ivi. Viene eletto dal ridetto di Alesi, già divenuto sindaco della città, per capitano della sua guardia, 338.
Eugenio IV. romano pontefice, si collega colla repubblica di Genova contro il re nostro Alfonso il Magnanimo, 66. Si reconcilia di poi, e fa la pace con questo monarca, 67.
F
Farnese cardinale Alessandro, arcivescovo di Morreale, viene in Palermo, 221, e seg. e vi fa la pubblica entrata, 222. – Antonio duca di Parma, strepita contro la cessione fatta dei suoi ducati dalle potenze collegate allo infante di Spagna Carlo Borbone, figliuolo di Filippo V., 509, nota 2. Sua morte 529, nota 4.
Fazello Tommaso, domenicano, storico di Sicilia. Suoi errori nella Cronologia dei Vicerè di quest’isola, 63. Non è punto esatto nell’apportare il registro dei vescovadi, delle abazie, e dei benefizî di regio padronato del regno di Sicilia, 199.
Febbri putride maligne introdottesi in Palermo nella carestia accaduta nell’anno 1763. Con qual metodo si curassero? 604, n. 1.
Federico re di Napoli, trovandosi abbandonato dall’augusto Massimiliano imperadore, ricorre per essere assistito da Ferdinando il Cattolico monarca di Spagna, 133. Il quale gli manda Consalvo Fernandez gran capitano, ma delude le speranze di questo principe ivi, nota 5.
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