Venuto ad un’amichevole trattato con Filippo il Bello, arciduca d’Austria, marito di Giovanna la Pazza, e perciò suo genero, resta deluso nel vedersi abbandonato dai Castigliani, 138. Vassene in Aragona, e si dispone a portarsi in Napoli, ivi. Parte, e viene a sbarcare in Genova, dove gli arriva la notizia della morte di Filippo suo genero, e le lettere, per le quali vien richiamato al governo della Castiglia a nome di Giovanna sua figliuola, ivi. Prosegue nonostante il viaggio, e va a Napoli, per frenare lo eccessivo potere del gran capitano Consalvo de Cordova, che seco riconduce in Ispagna, senza più valersene, ivi. Arma fingendo di voler portare la guerra contro i Mori, ma in verità vi si accinge per attaccare il re Cristianissimo, 143, nota 5. Sua morte 147.
Ferdinando III Borbone, re di Sicilia, e di Napoli, vieta, che si possa ricorrere a Roma, come prima si costumava, per ottenersi il permesso agli ecclesiastici di pagare le imposizioni stabilite nei generali parlamenti, 534, nota 3. Assegna dugento once annuali al conservatorio dei figliuoli dispersi detto del Buon Pastore, 572. Proscrive inerendo ai decreti prima emanati del re Carlo III suo padre, la setta dei liberi Muratori, 581. È eletto per cessione del medesimo monarca suo genitore, re delle due Sicilie, e ne prende il solenne possesso in Napoli, 598. Viene acclamato nella capitale di Palermo, e in tutte le città, e terre del regno di Sicilia, ivi. Ordina il lutto nel regno per la morte seguita della eletta sposa Maria Giuseppa, arciduchessa d’Austria, 611. Prende in moglie l’altra arciduchessa, Maria [LXX] Carolina d’Austria, sorella della defunta, ivi.
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