Satira piccante, e graziosa sparsasi in questa occasione, 297, nota 2. Ascolta favorevolmente la considerabile offerta di un milione, fattagli dai cittadini Messinesi, 309. Infauste circostanze, nelle quali si trovava il suo regio erario, ivi, nota 1. Rimette la controversia nata fra i Messinesi, e i Palermitani al generale parlamento, ivi. Promette di ricusare l’offerta fattagli dai Messinesi per ottenere un vicerè loro particolare, subito che se gli dia dal regno un soccorso straordinario, ivi. Politica singolare della corte di Madrid per trar denari dalla Sicilia, tenendone sospesa la decisione, ivi, nota 5. Accetta l’offerta di mezzo milione fattagli dal generale parlamento, e ricusa quella dei Messinesi, 310, e nota 2. Statua di bronzo erettagli dai palermitani nella piazza del regio palagio colla descrizione di tutti gli abbellimenti di essa, 311. Condizioni, che tuttavia ricerca al parlamento generale celebratosi l’anno 1633, per chiudere per sempre la porta alle pretensioni dei Messinesi, 312, che vengono accordate dai parlamentarî, 313. Purnonostante tiene ancora sospesa la sua determinazione, ivi, nota 2. È chiamato grande anche nelle iscrizioni di Palermo, 320, nota 4. Perde il regno di Portogallo, e se gli rivoltano i sudditi Catalani, 326. Passa alle seconde nozze colla figliuola dell’imperatore Ferdinando III, 357. Si rifà, e si rende più grande la statua erettagli nel piano del regio palagio di Palermo con un magnifico teatro, 378. Finisce i suoi giorni, 381, solenni funerali celebratigli nella capitale, e per tutto il regno di Sicilia, 382.
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