Tiene al fonte battesimale, a nome dell’augusto Carlo III, re delle Spagne, il proprio nipote, natogli dalla Marchesana Sorogna, 600. Promuove il grande affare di rendere abitabile l’isola dell’Ustica, divenuta lo asilo dei corsari, ivi. È di nuovo confermato nel viceregnato di Sicilia, e ne prende il possesso, ivi. Convoca nell’anno 1762, l’ordinario generale parlamento, 601. Non essendo ancor fortificata l’isola dell’Ustica, in uno sbarco fatto dagli Algerini, spedisce, tosto che n’ebbe l’avviso, due galee di Napoli, ch’erano nel porto di Palermo, e fa subito armare una tartana, che [LXXV] manda insieme con esse in soccorso di quegli abitanti, ivi. Essendo questi restati schiavi, dà più pressanti ordini ai ministri del patrimonio, per fortificarsi quell’isola, ivi. Dà delle utilissime provvidenze nella funesta carestia, che si soffrì l’anno 1763 nella capitale, e per tutto il regno, ivi. Spedisce perciò dei commissarî per tutta l’isola, affine di sapere, quanti frumenti vi fossero? ivi, e seg. Per consiglio dei ministri patrimoniali fissa la meta ai grani, e la sbaglia, 602. Destina dei delegati per le tre valli, ed elegge un vicario generale per far dissepellire i frumenti, ch’erano nascosti, provvidenza data troppo tardi, ivi. Ripara allo eccessivo numero dei poveri, ch’erano venuti a sfamarsi nella capitale, ivi. Somministra in questa occasione copiosissime limosine ai medesimi, 603, nota 1. Vien costretto per la epidemia, che si era introdotta nei magazzini, nei quali costoro abitavano, a soccorrerli, ed ordina ai baroni feudatarî, affinchè provvedano ai bisogni dei loro vassalli, 604. Conoscendo lo sbaglio presosi nel fissare le mete ai grani, revoca il bando, ed ordina, che si vendano a qualunque prezzo, 605. Dopo di ciò spedisce nel regno delle persone, le quali non ne trovavano, ivi.
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