Promulga una prammatica a favore dei medesimi, ed obbliga i ministri, che ricusavano di sottoscriverla, a firmarla, temendo la forza del popolo, che si era sollevato, 380. Avendo i Palermitani spedito alla corte un loro inviato, per mostrare al sovrano la esorbitanza di codesto privilegio, il re Cattolico annulla la concessione del medesimo, e scrive al detto vicerè di sospendere l’esercizio della pubblicata prammatica, ivi, e seg. Siccome lo autore di tutti questi scompigli era Giovanni Lopes de Cortes suo segretario, il re gli ordina di discacciarlo dal suo servigio, e di portarsi a risedere in Palermo, 381. Prima di partire celebra in Messina l’anno 1665, l’ordinario generale parlamento, ivi. Dopo il quale parte, e ritorna in Palermo, ivi. Riceve in detta capitale a nome del re lo omaggio dei cavalieri dell’ordine di Malta, 382. Per i replicati ricorsi fatti contro di lui dai Siciliani viene richiamato dal viceregnato, ivi. Suo carattere, per cui si fece odiare, ivi. Temendo le fischiate del popolo di Palermo, parte di nascosto colla viceregina, con cui in due portantine se ne va segretamente al Molo, ivi. Si ritira nella città di Roma, dove visse lungo tempo, e morì, ivi.
Gaetano Cesare, principe del Cassero, pretore della città di Palermo fa cessare colla savia sua condotta la temuta tumultuazione del popolo di Palermo, 630. Circostanze, nelle quali si trovava la sua casa, e carattere di questo cavaliere, ivi, e nelle note 1, e 2. Chiacchiere sparsesi nel volgo, quando egli intraprese la carica di pretore, ivi, e nota 3. Si ammala gravemente con impedimento di urina, 631, e per consiglio dei medici si fa il taglio della creduta pietra, il quale gli riesce pericoloso, e inutile, ivi.
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