Ordina, che sieno fabbricate, ed armate delle galee, ad oggetto di andare in corso contro i pirati, e di liberare i mari di Sicilia dalle loro ruberie, ivi. Cerca soccorsi dalla corte di Spagna, ed arma, per opporsi alla invasione del Turco, 288. Spedisce le galee siciliane colle napolitane, e colle maltesi verso il levante, per impedire, che la flotta turca venga nei mari di Sicilia, e vi faccia qualche sbarco, ivi. Si porta nella città di Messina, per ossequiare il principe Filiberto di Savoja, 289. Si dispiace della partenza di questo ammiraglio coll’armata, ch’era pur troppo necessaria per la custodia della Sicilia, ivi. Tiene i Siciliani in azione, per non farli marcire nell’ozio, ivi. Suoi diversi ordini, che riguardano quest’oggetto, ivi, nota 6. Fa marciare la flottiglia siciliana, la quale fa dei considerabili acquisti contro i Turchi, 290. Ottiene dai parlamentarî un considerabile donativo di due milioni, e settecentomila scudi nel generale parlamento, che l’anno 1615, fu celebrato in Palermo, ivi. Amore dei Siciliani verso questo impareggiabile cavaliere, ivi. Sua partenza, 291. Disgrazie da lui sofferte in Napoli, ivi, n. 2. Suoi benfatti, ed elogio, ivi. Medaglia coniata in suo onore, 292. Suoi impegni contro i Veneziani, per i quali cadde in sospetto, che abbia perfino contro di essi chiamato il soccorso del Turco, 295.
      Gisulfo Francesco, vescovo di Cefalù, è fatto presidente interino del regno, 370. Prende il solenne possesso, ivi. Vien confermato dalla corte, ma la di lui conferma arriva in Sicilia, mentre già il Redin avea preso possesso, 371, nota 1.