Fa cantare in Palermo il Te Deum per essersi ricuperata quella città dal potere dei Francesi, e per essere ritornato sotto la ubbidienza del re Cattolico, e subito parte per recarvisi, 114. Giunto in essa vi dà utilissime provvidenze, ivi. Differisce, per quanto può, di gastigare i Messinesi, anzi cerca di salvarli, e di rimettervi il commercio, ivi. Per i maneggi del suo consultore Quintana, che mal soffriva la dolcezza, con cui questo principe trattava quei cittadini, viene dalla corte obbligato a dimettere la carica di vicerè, ed è richiamato a Madrid, ivi. Onori singolari da lui ricevuti in Ispagna; ma ei tediato del mondo, si ritira a menare una privata vita in un convento de’ pp. Cappuccini, ivi.
      Gravina Ferdinando, de’ principi di Rammacca, viene mandato da’ baroni feudatarî in Napoli l’anno 1765, ed ottiene dal clementissimo sovrano la libertà delle tratte in Sicilia, 606, n. 5, e seg.
      Gravina Francesco Ferdinando, principe di Palagonia, destinato per nuovo pretore, è obbligato l’anno 1708 dal popolo di Palermo, che si era sollevato, a prendere possesso, sebbene non ne fosse arrivato il tempo, della carica di pretore, allo che acconsente il marchese di Balbases vicerè, 460; il quale per riparare ai disordini, destina il presidente della gran corte, Fernandez de Medrano, ad istallarlo in questo posto, ivi. Dà le giuste provvidenze per la tranquillità della città nella notte, che seguiva a questo fatto, ivi. Sedato il tumulto comparisce, insieme col vicerè, e passeggia per le strade di Palermo, 463. Grandi traviamenti intorno a questo cavaliere dallo storico Burigny, ivi, n. 3. Viene spedito l’anno 1718 al campo spagnuolo, come ambasciadore del senato di Palermo, 494. È eletto dal re Carlo III [LXXXIII] consigliere di stato, 537. Ed erettasi la giunta di Sicilia in Napoli, viene prescelto per presidente di esso magistrato, 547. Ma muore, prima di potersi portare ad occupare questa nuova carica alla corte, 554, n. 3.