Leofanti Girolamo, ch’era unito al fratello nella suddetta congiura dei fratelli Imperadore, è avvisato in tempo, e si salva, 168, n. 2.
Leone X pontefice romano, accorda allo augusto imperadore Carlo V di poter trattenere il regno di Napoli, non ostante la dignità imperiale, che gli era arrivata, 163, n. 3.
Leon (de) Martino, arcivescovo di Palermo, è fatto per ordine della corte presidente del regno di Sicilia, 363. Elogio di questo incomparabile prelato, 364. Adornamenti, che egli fece nella sua cattedrale, e particolarmente il famoso ciborio di lapis lazzolo, che tuttavia si ammira, ivi. Suo epitaffio, ivi. Disgustatosi col duca dello Infantado, con cui ebbe dei continui dissapori, scrisse alla corte di Spagna contro di questo vicerè, e tanto si adoperò, che venne richiamato da Sicilia, e ebbe ordine di lasciare per presidente del regno lo stesso suo nemico Mr. de Leon, ciò che egli per dispetto non fece, 368.
Leopoldo d’Austria imperadore, si oppone gagliardamente al testamento fatto da Carlo II di Austria ultimo fra i re di Spagna di questa famiglia, con cui fu lasciato erede Filippo Borbone, duca di Angiò, e si prepara alla guerra, 443. Spedisce degli eserciti contro i Borboni, e suscita i Napolitani, e i Siciliani per non riconoscerli per sovrani, ivi.
Liberi muratori, dopo la bolla di Benedetto quartodecimo, con cui vengono condannati, sono proscritti da Carlo III Borbone, re delle due Sicilie, 581. Varie altre provvidenze date contro i medesimi dai romani pontefici, e diversi dispaccî sovrani contro di questa setta, ivi, n. 1. Sentimenti de’ principi europei intorno ad essa ivi.
| |
Girolamo Imperadore Carlo V Napoli Martino Palermo Sicilia Infantado Spagna Sicilia Leon Austria Carlo II Austria Spagna Filippo Borbone Angiò Borboni Napolitani Siciliani Benedetto Carlo III Borbone Sicilie
|