Libreria pubblica del senato eretta in Palermo, 599. Quali fossero stati i primi promotori della medesima? ivi, n. 1. Vien collocata in alcune congregazioni della casa professa de’ pp. Gesuiti, dopo la loro espulsione, ivi, nota 2. Come venga arricchita? ivi, n. 4.
      Lobcovitz principe, famigerato capitano, sostiene con uno estremo valore la fortezza di Messina, detta la cittadella, 539. Lascia i cittadini nella libertà di arrendersi agli Spagnuoli, ivi. Mancandogli già i viveri in quella fortezza, richiede una tregua per attendere, se mai lo augusto Carlo VI, fosse in grado di mandargli de’ soccorsi, 543. Perdutane ogni speranza, nè potendovi più sussistere, rende la cittadella ad onorevolissimi patti, 544.
      Longo Giacomo, autore della continuazione della storia del Maurolico, che fu anche giudice della monarchia, è caduto in diversi errori, e principalmente intorno allo arrivo in Sicilia del duca di Alburquerque, 307, allo amore di questo vicerè per la città di Palermo, ed alle imprese da lui fatte per nobilitarla, ivi, e finalmente intorno alle feste celebratesi da questo viceregnante per la nascita dello erede dalla corona, ivi. Altro sbaglio di questo scrittore nel riferire lo arrivo del duca di Alcalà in Sicilia, 311. S’inganna, quando pretende che siasi mandato un poderoso soccorso per difendere l’assalita isola di Candia, 367. Erra nel credere presidente del regno il marchese di Bajona, 393. Sua opinione intorno al numero dei Messinesi, che erano partiti col duca della Fogliada, la quale viene disdetta dallo storico Aprile, 413, n. 3. Sbaglia nello assegnare il giorno della morte della regina di Spagna, Maria Aloisia, 428. [LXXXIX] Suoi sentimenti circa i regolamenti dati dal duca di Uzeda per la scala franca accordata alla città di Messina, 433, n. 3. Suo errore cronologico intorno alla congiura di Palermo, che dicesi l’anno 1697 accaduta, 435, n. 2. Rinunzia la carica di giudice della real monarchia, 516.