Occupa la Motta di Camastra, e marcia verso la città di Taormina, ivi. Inganna gli Spagnuoli, e parte inopinatamente collo esercito Tedesco per Messina, 505. Assedia, e prende il castello di Gonzaga, ivi. Bombarda quella città ivi, la quale si rende, e perciò riceve gli omaggi dei Messinesi a nome di Cesare, 506. Si impossessa delle due fortezze dette, il Castellaccio, e Mattagrifone, ivi. Prende il forte chiamato di s. Chiara, e il palazzo regio, ivi. Assedia la cittadella, ivi. Assalta la mezzaluna di essa, ivi, e seg. Sua crudeltà in questo assalto, 507, n. 1. Riceve un soccorso dagli Inglesi, con cui si insignorisce finalmente di quella fortezza, ivi. Fa cantare nella cattedrale di quella città il Te Deum, durante il qual canto sta assiso in soglio, come costumano i vicerè, ivi. Stacca molte truppe del suo esercito e le spedisce a Trapani, 508. Le quali si impossessano della città suddetta, di Paceco, e di Marsala, ivi, e poi di Mazzara, ivi. Va di poi egli stesso a Trapani, 509. Niega al marchese di Lede di far tregua, se prima non se gli rende la città di Palermo coi due suoi castelli, ivi. Assalta, e prende la città, e il castello di Sciacca, 510. Promulga un bando, con cui dichiara, che già la Sicilia è stata ceduta allo imperadore Carlo VI dal re Cattolico Filippo V, ivi. Si approssima coll’armata alla capitale, ivi. Sito da lui scelto per fortificarsi, 511. Si impadronisce del monte Pellegrino, 512. Fatto d’armi accaduto presso Palermo fra i Tedeschi, e gli Spagnuoli, ivi.
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