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      Accorda lo armistizio, e vieta, durante il medesimo, ogni ostilità, 513. Riceve gli ambasciadori della deputazione del regno, e il comandante spagnuolo marchese di Lede, cui poi restituisce la visita, ivi. Fa la pubblica entrata in Palermo, ivi. E riceve dagli ordini dello stato il ligio omaggio a nome dello augusto imperadore Carlo VI, 514. Bandi da lui promulgati, ivi. Favole sparsesi intorno a questo comandante, ivi, n. 3. È spedito nuovamente in Italia a difendere lo stato di Milano, 528.
      Messina città della Sicilia, fa fabbricare una galea per la guerra contro il Turco, che volea intraprendere il re Alfonso di Aragona, 81. Essendo nell’anno 1462, nata una terribile carestia, il popolo di essa città, per la mancanza del pane, tumultua, 88. In capo a sei anni, cioè l’anno 1468 viene molestata da una perniciosa peste, 97. Nell’anno 1474, torna la plebe a tumultuare, per essere stati gli ambasciatori della città carcerati nel parlamento tenutosi a Catania per ordine del vicerè conte di Prades, 112. Ottiene, dietro a una generosa offerta fatta al re Cattolico Filippo II, considerabili privilegi da questo monarca, 259. Soffre di nuovo nell’anno 1743, una micidiale pestilenza, 566. Soccorsi, che in questa occasione riceve abbondantemente da molte vicine città, e dal re Carlo III, 567, nota 1. Fatto lo spurgo per ordine del ridetto sovrano, si riapre in essa il commercio, così interno, ch’esterno, 569. Vedi Messinesi.
      Messinesi si oppongono alla imposizione del dieci per cento, che nel parlamento dell’anno 1478 voleano stabilire gli ordini dello stato, 111. I loro rappresentanti pretendono di occupare nella detta adunanza parlamentaria il primo luogo, ivi.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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