Sono i medesimi carcerati per ordine del vicerè, per avere avuto l’ardire di snudare la spada in quella assemblea, 112. Ma di poi sono liberati, ivi. Spediscono dopo la morte del re Giovanni i loro ambasciatori al nuovo re Ferdinando il Cattolico con un donativo di tre mila scudi, per ottenere, che si togliesse la carica di vicerè al conte di Prades, loro dichiarato nemico, e ne vengono a capo, 113. Si sollevano contro Giacomo Alliata palermitano, che sosteneva nella loro città lo impiego di strategoto, il quale per scampar la morte, è costretto a fuggire, 146. Come abbiano ricevuto il vicerè Ugo de Moncada, dopo la espulsione sofferta in Palermo? 152. Moti popolari, che si suscitano in detta città dopo l’arrivo del mentovato vicerè, il quale non trovò altro modo di sedarli, che deponendo lo attuale senato, ed accordando [LXXXXIV] due cittadini senatori, 154. Nell’anno 1593 tornano a tumultuare, 259. Per qual causa? ivi, nota 1. Regalo da loro fatto al re Cattolico Filippo III, 272. Ricusano di soffrire il dazio imposto dal vicerè marchese di Vigliena, 281. Si oppongono al donativo straordinario di due milioni, e settecento mila scudi, che nell’anno 1612 volea stabilirsi nel parlamento, 286. Si sollevano contro il vicerè duca di Ossuna, e sono dal medesimo frenati, ivi. I loro senatori, e i fiscali sono dal medesimo gastigati, 287. Ricorrono perciò a Madrid, ivi. Fine di questa contesa, ivi. Offrono a Filippo IV re di Spagna centocinquanta mila scudi per ottenere la grazia, che in avvenire i vicerè risedessero per diciotto mesi nella loro città, 297, e seg.