389, e n. 1. Allora le case dei senatori sono bruciate, ivi, e si fanno nuovi regolamenti, eleggendosi un’altro senato, ivi. Spediscono alla corte di Madrid due soggetti contro lo attuale strategoto, i quali nulla ottengono, 392, e seg. La fazione dei malvizi si solleva contro il nuovo strategoto, che vien dichiarato nemico della patria, e bloccato nel regio palagio, ove dimorava, 395. Vengono allora stabiliti tre senatori cittadini, ivi, e di tutto ciò, ch’era accaduto in Messina, viene avvisato lo interino vicerè, ivi. Muniscono i castelli della città, e spediscono due cittadini in Francia a Luigi XIV re Cristianissimo, esibendosi di riconoscerlo per sovrano, e di procurargli lo acquisto di tutta la Sicilia, 396. S’impossessano delle due fortezze, chiamate la torre del Faro, e il Castellaccio, ivi. Soffrono costantemente la carestia, da cui sono molestati, ivi. Ricevono poderosi soccorsi di viveri, e di soldatesche dalla Francia, e allora inalberano le armi del re Cristianissimo, 397. Fame crudele, che dopo soffrono, 398. Vengono nuovamente soccorsi dai Francesi, 399. Avendo distribuiti i viveri senza parsimonia, ricadono nell’antica carestia, ivi. Ricevono dalla Francia un nuovo soccorso, ivi. Si disgustano dei Francesi, e perchè? 402, nota 1. Desiderano di tornare sotto il governo spagnuolo: di poi cambiano di sentimenti, e prendono le armi contro le soldatesche di Spagna, 403. Mandano ambasciadori a Parigi per ottenere, che sia richiamato il Vivonne, di cui restavano malsoddisfatti, 411. Sono inopinatamente abbandonati dai Francesi, lo che apporta loro la estrema desolazione, 413. Molti di quei cittadini per iscansare i gastighi partono colla flotta francese, ivi.
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