Quanti fossero di numero? ivi, nota 3. Coloro, che restano, dopo molti dibattimenti si determinano a chiamare nella patria gli Spagnuoli, come eseguiscono, ivi. Perderono ogni speranza di perdono alla partenza del vicerè principe Gonzaga, 414. Si assoggettano alla numerazione delle anime, 419, nota 5. Loro pretensioni dopo la promozione di Filippo V alla corona di Spagna, e di Sicilia, 444. Frottole, ch’eglino allora spargevano, 445. Ottengono molte grazie dal mentovato re Filippo V. allorchè venne a Napoli, 448. Hanno inutilmente molte altre strane pretensioni, 449. Tumultuano contro il principe di Larderia, 499. I loro movimenti [LXXXXV] restano sopiti per opera di alcuni cavalieri messinesi, 500. Sono divisi in partiti, altri a favore degli Spagnuoli, ed altri degli Alemanni, 505. Gli ecclesiastici sono contro di questi, e perchè? ivi, n. 4. Soffrono di nuovo la carestia, ivi. Si rendono agli Alemanni, 506. Si lusingano, che Carlo III Borbone si sarebbe coronato nella loro patria, 544. Ottengono nondimeno da questo monarca molte grazie, quando venne in Messina, 545.
Mete dei viveri, d’onde mai provenga la loro alterazione ai giorni nostri? 43.
Michele, figlio di Elisabetta, è riconosciuto principe ereditario dopo la morte di Giovanni suo fratello, 133. Muore poco dopo, ivi.
Migliaccio Giuseppe, arcivescovo di Messina, esiliato dalla sua chiesa nelle note vertenze sulla monarchia fra la corte di Roma, e quella di Sicilia, ubbidisce agli ordini del governo, e parte senza assoggettare allo interdetto la sua diocesi, 474. Essendosi mostrato sempre fedele al suo sovrano, ottiene il ritorno in Sicilia, 482.
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