Non fu mai vicerè, quantunque le medaglie lo dicano, ma solo presidente del regno, ivi, nota 5. Si dispiace di essere stato privato del viceregnato di Sardegna, e si ritira in Sicilia nei suoi stati, 356. Viene in Palermo, dove sta sconosciuto, senza farsi vedere e gode, che si pensasse a farlo re di Sicilia, 358. Perchè non fu compreso, nè nominato nella congiura dei nobili? 360, n. 5. Parte disgustato dell’alterigia del duca dello Infantado vicerè, e va in Ispagna, dove, come si è detto, ebbe l’onore di vicerè di Valenza, e di maggiordomo del sovrano, 365.
Moncada Ugo, vicerè, pregî, che prima apparvero in questo cavaliere, 141. Fu anche dichiarato capitan generale di provincia, ivi. Gastiga i capi tumultuanti in Palermo, 143. È confermato nel viceregnato per altri tre anni, ivi. Se gli dà la commissione di attaccare i Tripolini, parte, e va a quella città, di cui ne fa diroccare le muraglie, 144. Ritornato glorioso in Sicilia, bandisce con un severo proclama le monete false, ed ordina una nuova fabbrica delle medesime, ivi, e nota 6. Convoca l’anno 1514, in Palermo il consueto generale ordinario parlamento, 145. Va di poi a Messina, e gastiga i sediziosi, che aveano tumultuato contro lo strategoto di quella città, 146. Ottiene la seconda conferma nel viceregnato, ivi. È odiato dalla nazione, 148, e perchè? ivi, nota 2. Tiene nascosta la morte accaduta del re Ferdinando, detto il Cattolico, ivi. Consulta i giureperiti, se deve abbandonare, come pretendea la nobiltà, il governo di Sicilia, i quali gli suggeriscono che non può farlo, 149. Essendosi suscitato un tumulto nella plebaglia, monta a cavallo per frenarla, ed accorda al sollevato popolo molte grazie pregiudizievoli allo erario regio.
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