Nobili palermitani, si congiurano contro il governo, per darsi un re, 358. Si allontanano da Palermo, subito che odono la carcerazione dei due avvocati, Pesce, e del [LXXXXIX] Giudice, e del procuratore fiscale Potamia, ch’erano le principali molle di questa congiura, 259.
      Notari della Sicilia, prammatica promulgata l’anno 1440, intorno ai loro diritti, 64.
      Noto, città, collo esempio di quella di Modica si solleva contro gli Ebrei, e ne fa macello, 105.
      Nuça (la) Giovanni, essendo stato eletto vicerè di Sicilia se ne parte, 130; e sbarca in Messina, ivi. Dalla qual città manda tosto dei soccorsi ad Alfonso II re di Napoli, dopo di che si reca a Palermo, ivi, e seg. Ritorna nuovamente a Messina, dove accoglie Ferrandino re di Napoli, e poi il di lui padre Alfonso, che si era ritirato a Marsala, 131. Si restituisce in Palermo, dove gli arriva la cedola della conferma nel viceregnato di Sicilia, 132. Ottiene una terza conferma, 133. Nell’anno 1499, convoca due parlamenti nella città di Palermo, ivi, e poi nell’anno 1502, ne celebra un altro nella stessa città, 135; ed indi un’altro nel seguente anno nella città di Messina, 136. È verisimile, che abbia ottenuto la quarta conferma, ivi. Raduna l’anno 1505, nella medesima capitale un nuovo parlamento, ed ottiene altri straordinarî sussidî, 137, e seg. Va poi in Napoli per baciare le mani al re Ferdinando il Cattolico, 138. Condanna con costanza il proprio figlio alla morte, essendo convinto di sua reità, il quale ottenne di poi la grazia dal ridetto re, 139. Muore questo cavaliere nella stessa città di Napoli, ivi.