Dà il toson d’oro al principe di Aragona, ivi. Si reca di poi a Messina, dove fa le ordinazioni, e dà tutte le provvidenze per la scala franca, che vi si volea stabilire, 433. Visita le città, e le fortificazioni di Siracusa, di Agosta, e di Catania, ivi. Indi si restituisce a Messina, e vi celebra il dì natalizio della viceregina sua moglie con somma pompa, e magnificenza, ivi. Riforma con una rigorosa prammatica gli eccessi dei lutti nei funerali, 434. Parte dalla Sicilia straricco, ivi.
Paceco Giovanni Emmanuele Fernandez, duca di Ascalona, vicerè di Sicilia, giunge in Palermo, e prende possesso, 444. Vi si ferma pochi giorni, e va a Messina e perchè? ivi. Riduce quei cittadini alla tranquillità, rimuovendo il governadore, che era stato il principale autore della tumultuazione, 445. Vien dalla corte destinato per vicerè del regno di Napoli, e parte, lasciando scorucciati tutti i Siciliani, che non avrebbero voluto perderlo, 446. Elogio di questo cavaliere, ivi.
Paceco Giovanni Fernandez, marchese di Vigliena, è eletto vicerè del regno di Sicilia, e viene in Palermo, dove prende il solenne possesso, 275. Ripara alla carestia, che vessava tutto il regno, 276, e provvede, che il consumo dei frumenti non sia eccessivo, proibendone l’uso in cose non necessarie alla vita, ivi. Cerca inutilmente di dar riparo alle monete tosate, ch’erano sparse per tutto il regno, e pensa di farle nuovamente coniare, ivi. Va a Messina, e gastiga coloro, che diminuivano le dette monete, 277. Ritorna poi in Palermo, ivi.
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