È portato a favore dei Palermitani, 278. Un di lui figlio bastardo è fatto schiavo dai [CI] Turchi, ivi. Promulga diversi bandi per la nuova monetazione, 279. Celebra l’anno 1609 lo ordinario generale parlamento in Palermo, ivi. Ricusa generosamente sessanta mila scudi, offertigli nella detta adunanza dagli ordini dello stato, per riscattare dalle mani dei Musulmani il mentovato suo figliuolo, 280, e dà in pegno tutte le sue gioje al senato di Palermo, per trarre dal banco il denaro per questo riscatto, ivi, n. 2. Vuole imporre uno intollerabile dazio, affine di armare delle navi, e spedirle contro i corsari, che molestavano la Sicilia, nello che trova delle gagliarde opposizioni, e irritato gastiga il pretore di Palermo, e uno dei deputati del regno, e li confina nel regio castello, 381, ma di poi desiste dallo impegno, ed ordina la scarcerazione dei medesimi, ivi, n. 1. Disgusta i Palermitani, ivi. Dai quali era stato prima cotanto amato, ivi. Come, e perchè cambiossi di temperamento? 282. Chiede dalla corte di essere richiamato dal viceregnato, e l’ottiene, ivi. Parte, ivi.
Padroni di luogo, quali sieno in Palermo e quale privilegio abbiano nella vendita del vino? 344.
Palafox Giacomo, arcivescovo di Palermo, mette lo interdetto a’ regolari, che per una briga avuta coi domenicani, non aveano voluto intervenire alla processione della crociata, 417. Rinnova lo stesso interdetto, vedendolo levato del giudice della regia monarchia, ivi. È perciò esiliato a Termini dal vicerè conte di s. Stefano, il quale poi lo richiama, ivi, ma ritornando in Palermo, non vuol comunicare nè col mentovato vicerè, nè coi ministri regî che crede incorsi nella censura, 418. Avendo la corte ordinato, che il vicerè, e i detti ministri si facessero assolvere, egli assolve il primo privatamente nella sua cappella, e gli altri in pubblico nella cattedrale, ivi, n. 1.
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