Reggio Stefano, uno dei quattro eletti, soppresso il senato, a regolare la città di Palermo, 334, n. 2. Custodisce il banco pubblico, e il tesoro di esso magistrato, 336. Marcia contro il capopopolo Giuseppe di Alesi, alla testa degli ufficiali, e sulbalterni del senato, 340. È spedito nella città di Catania in occasione della terribile eruzione, che fatta avea il Mongibello, 384. Aneddoto accadutogli in quella città, ivi, n. 5.
Regina vedova di Ferrandino re di Napoli, viene in Palermo, modo, con cui fu ricevuta, 134. Passa a Mazzara, ivi.
Registro delle abazie, e dei vescovadi del regno di Sicilia, ordinato dal vicerè Giovanni de Vega, 199.
Renato d’Angiò, della casa di Francia, viene in Italia contro i Veneziani, e contro il re Alfonso il Magnanimo, 79.
Retana Giovanni, conservatore del real patrimonio, è spedito dal vicerè conte di s. Stefano a Messina, dove sollecita, e perfeziona in breve tempo, e con minore spesa la costruzione della cittadella di essa città, 422.
Requesens Bernardo, eletto vicerè del regno di Sicilia, 63. Gastiga severamente la tumultuazione accaduta nella città di Messina, 89. Si reca poi nella medesima città, e convoca l’anno 1463 l’ordinario generale parlamento, ivi. Si restituisce di poi in Palermo, 90. Forma con Paolo Fregoso arcivescovo di Genova, che facea il mestiere di corsaro, una convenzione di servire colle sue navi il re di Aragona, 92. Ma da costui viene barbaramente tradito, ivi. Elogio di questo cavaliere, 93.
Requesens Giuseppe Antonio, principe della Pantellaria, viene spedito dalla deputazione del regno, come ambasciatore, al re Ferdinando III dopo la sollevazione, che l’anno 1773 era accaduta in Palermo, per ottener perdono a questa popolazione, 646.
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